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Csm, rimosso dall\'ordine giudiziario Luigi Tosti

2' di lettura 22/01/2010 - La sezione disciplinare del Csm ha deciso di sanzionare con la rimozione dall\'ordine giudiziario il magistrato Luigi Tosti, che prestava servizio presso il Tribunale di Camerino ed era diventato diventato famoso perche\' si rifiutava di tenere udienza in aule in cui fosse esposto il crocifisso.

Secondo il Csm la sua posizione configurava il rifiuto di compiere atti connessi all\'attivita\' giudiziaria.


Tosti nel procedimento a suo carico non ha fatto ricorso a un avvocato, come pure avrebbe potuto, e nemmeno all\'assistenza di un collega magistrato, difendendosi da solo. Nel frattempo davanti alla sede del Csm alcuni radicali hanno manifestato in suo sostegno.


Al termine dell\'udienza l\'ormai ex magistrato ha annunciato che impugnerà il verdetto “Prima davanti alle sezioni unite civili della Cassazione, poi, se sarà confermata una sentenza negativa, alla Corte europea”, tutt\'altro che rassegnato;

ha poi dichiarato che “Applicando il diritto, non mi aspettavo questa sentenza, ora vedremo le motivazioni”, ribadendo che “ nessuno può essere obbligato a subire una violazione di diritti inviolabili nè a violare quelli degli altri, e nemmeno il principio costituzionale supremo di laicità”.


Ha poi concluso affermando che “Oggi si è scritta una pagina nera per la Laicità dello Stato” con una “sentenza che avrà ripercussioni”.


Il caso Tosti risale al maggio 2005, quando il giudice annunciò che non avrebbe più tenuto udienze se dall\'aula del tribunale non fosse stato tolto il crocifisso. Un comportamento che ha mantenuto fino a gennaio 2006. Di conseguenza il Csm, che aveva già proceduto con la sospensione tre anni fa, ha optato per il più drastico provvedimento configurando il rifiuto di compiere atti connessi all\'attività giudiziaria.


In sede penale Tosti era stato assolto per questa stessa vicenda ma solo perché era stato sostituito e dunque le udienze erano state regolarmente celebrate, pur avendo provocato un \"grave perturbamento dell’attività d’ufficio ed estrema difficoltà del proseguo dell’attività giurisdizionale per i procedimenti a lui affidati\" come si sottolinea nell\'atto di accusa.





Questo è un articolo pubblicato il 22-01-2010 alle 16:02 sul giornale del 23 gennaio 2010 - 1322 letture

In questo articolo si parla di cronaca, redazione, filippo paradisi





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