counter

Cultura, arte e gastronomia in un volume promosso dalla regione

4' di lettura 21/01/2010 - “La Regione ha dato sostegno alla realizzazione di quest’opera che, oltre a raccontare il passaggio da una società povera all’opulenza, si inserisce perfettamente nella strategia di valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze che portiamo avanti con determinazione.

Una strategia che parte dall’enogastronomia di qualità nata e sviluppatasi nel territorio, passa per i beni naturali, paesaggistici e culturali e arriva alla promozione turistica. Un libro molto interessante, che incuriosisce pagina dopo pagina e fornisce base scientifica al consolidamento delle nostre tipicità. Conoscendo a fondo la nostra storia possiamo capire meglio le strade che percorreremo in futuro, per una rigenerazione innovativa della nostra tradizione, di cui siamo orgogliosi. Per affrontare al meglio mercati sempre più complessi e competitivi, anche nel settore agroalimentare”.


Così Paolo Petrini, vice presidente e assessore all’Agricoltura, in occasione della presentazione alla stampa dell’opera “Storia dell’alimentazione, della cultura gastronomica e dell’arte conviviale nelle Marche”, di Ugo Bellesi, Ettore Franca, Tommaso Lucchetti, edito da Il Lavoro Editoriale con il sostegno della Regione Marche. All’evento, tenuto questa mattina presso il Ristorante il Passetto di Ancona, oltre a Petrini, erano presenti gli autori, il presidente dell’Associazione Cuochi di Marca, Lucio Pompili e Alfredo Antonaros, scrittore drammaturgo, autore e conduttore di Gambero Rosso Channel, che ha presentato il volume. “Un compendio documentatissimo – ha detto Antonaros – pieno di spunti. Interessante la parte sul grande cuoco settecentesco maceratese Antonio Nebbia, con cui la cucina italiana ha cominciato ad avere una propria identità. Di questi in internet si trova quasi nulla, in quest’opera invece abbiamo pagine e pagine di documentazione. E poi le varie ipotesi sull’etimologia di Vincisgrassi, la parte sull’influsso della cucina ebraica, vini e cibo nel passaggio di Casanova nelle Marche”.


Interessante e di grande attualità – per il legame con l’iniziativa promozionale della Regione Marche che vede protagonisti i versi di Giacomo Leopardi e il noto attore statunitense Hoffman - la parte dedicata alle lettere che il Poeta di Recanati scriveva nel 1826 da Bologna al padre Monaldo, dove lamentava scarsa promozione di vini, formaggi e altre eccellenze marchigiane, tanto apprezzate quanto sconosciute dai bolognesi suoi ospiti. “Sulla cultura gastronomica marchigiana hanno influito le civiltà pastorale, contadina, marinara, ebraica, monastica, nobile e borghese”, ha detto Bellesi, che ha sottolineato anche come “nello scrivere un’opera così una delle difficoltà maggiori è il reperimento delle fonti. Importante da questo punto di vista il patrimonio contenuto alla Biblioteca internazionale di gastronomia di Lugano, dove ci sono antichi libri sulla storia gastronomica delle Marche”.



“Volevamo fare un testo unico della gastronomia marchigiana da un punto di vista storico – ha detto Lucchetti – basandoci su una ricerca scientifica che ha abbracciato diverse materie, dalla zoologia, all’agronomia, dalla biologia all’architettura. Quello che emerge è il senso sociale del consumo, che passa anche attraverso gli oggetti della cucina e della tavola, dove si incontrano mondo contadino e aristocrazia provinciale terriera, con la mediazione di conventi e monasteri”. “Da parte mia, soprattutto ho approfondito le materie prime della cucina – ha detto Franca – oltre all’evoluzione del paesaggio, influenzato nel tempo da frazionamento dei poderi, allevamento, coltivazioni. Mi sono concentrato su vino e olio. Quest’ultimo prodotto sta attraversando nelle Marche la stessa evoluzione positiva conosciuta dal vino, sebbene ancora ne produciamo molto poco, lo 0,8 per cento della produzione totale nazionale. Poi i formaggi, dopo la Sardegna le Marche sono oggi la regione dove si lavora più latte di pecora in Italia. Anche le insalate sono state oggetto di approfondimento storico”.


Le Marche sono oggi mèta di veri pellegrinaggi gastronomici, hanno alcune primogeniture e primati nella produzione biologica, sono costellate di aziende di piccole dimensioni che hanno fatto della qualità un dovere. La cultura enogastronomia della regione è entrata ormai da alcuni anni a far parte delle sue attrazioni turistiche, a volte più del mare e delle sue bellezze naturali, storiche e paesaggistiche, pure notevoli. Eppure non era stata fino ad oggi mai indagata sistematicamente la storia complessa della sua cultura alimentare, enogastronomia e della sua convivialità. Come se tutto dipendesse solo dalla tradizione contadina e dalla mai abbandonata dialettica tra la città e la campagna. Il libro di Ugo Bellesi, Ettore Franca e Tommaso Lucchetti, tutti autori già noti per precedenti lavori specifici sull’argomento, cerca di colmare questa lacuna tentando una sintesi critica e di ampio respiro, dal mondo antico all’industrializzazione più recente, della cultura alimentare ed enogastronomia delle Marche, andando oltre l’analisi dei cibi, indagando le tradizioni culturali, gli scambi tra mondi e società diverse, tra pratiche manuali e culture “letterate”, tra competenze agricole e saperi raffinati della tavola.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 21-01-2010 alle 16:20 sul giornale del 22 gennaio 2010 - 926 letture

In questo articolo si parla di attualità, regione marche





logoEV
logoEV