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Legambiente: domenica 22 giornata mondiale dell\'acqua

legambiente 4' di lettura 21/03/2009 - Acqua del rubinetto al posto della minerale. In vista della Giornata mondiale dell\'acqua di domenica 22 marzo, Legambiente con Altreconomia lanciano il dossier sulle acque minerali.

L\'associazione ambientalista con il suo circolo il Pungitopo di Ancona insieme a Multiservizi e Ikea Ancona sarà inoltre impegnata già da domani (e domenica dalle 10 alle 20 con un punto informativo presso il punto vendita di Camerano) nell\'opera di sensibilizzazione per incrementare il consumo di acqua dal rubinetto e ridurre quello della minerale imbottigliata. Dal Dossier di Legambiente emerge come i canoni di concessione pagati dalle aziende alle Regioni o alle Province, siano a dir poco irrisori e regolati in alcuni casi addirittura dal Regio decreto del 1927.




Questo perché non esiste una legge nazionale e ciascuna amministrazione decide come meglio crede. Sono solo nove ad esempio le regioni italiane (tra cui le Marche) che prevedono il pagamento di un canone doppio in base alla superficie della concessione e ai volumi di acqua emunta o imbottigliata. In pratica maggiore è il prelievo, maggiore sarà la penalizzazione. Nel nostro territorio, in aggiunta al diritto di concessione per ettaro, il titolare della concessione di acqua (ad eccezione di quella esclusivamente a cure termali) corrisponde alla Regione un diritto annuo commisurato alla quantità di acqua imbottigliata e pari a 1 €/1000 litri che diventerà 1,25 €/1000 litri dal 1 gennaio 2010, cifre ridotte del 50% se avviene l’imbottigliamento in vetro; “Ma è chiaro che non basta- ha commentato Luigino Quarchioni, Presidente di Legambiente Marche- Per le Marche si dovrebbe arrivare a stabilire un canone di almeno 2,5 euro per metro cubo imbottigliato o emunto (cifra prevista anche dal documento di indirizzo della Conferenza delle Regioni del 2006 durante la quale è stato fissato un minimo di 1 euro e un massimo di 2,5).




Servono inoltre maggiori investimenti pubblici per il miglioramento della rete distributiva dove si verificano ancora troppe perdite come pure nella depurazione. Le risorse ottenute dall\'aumento del canone potrebbereo essere reinvestite in progetti per il risparmio dell\'acqua buona come acquedotti industriali. Uno potrebbe essere realizzato ad esempio al porto di Ancona per risparmiare l\'acqua pulita della Multiservizi attualmente utilizzata per la pulizia di barche e navi. Un altro nelle ferrovie per recuperare l\'acqua \'buona\' impiegata nella pulizia dei treni” Ai marchigiani però piace l’acqua in bottiglia: nel 2007 ne hanno consumata quasi 300 milioni di litri. Con 196 litri pro-capite all’anno (oltre mezzo litro a testa al giorno) l’Italia è il primo Paese in Europa per consumo e il terzo al mondo, dopo Emirati Arabi (260 l/anno procapite) e Messico (205). Un dato in costante aumento, triplicato in poco più di 20 anni (nel 1985 erano appena 65 litri), e con esso anche il volume di affari per i produttori di acqua minerale è aumentato e di molto.




Il business miliardario per le industrie dell\'acqua minerale è favorito quindi, secondo Legambiente e Altreconomia, soprattutto dai canoni di concessione molto bassi che vengono versati alle Regioni, costi che spesso non tengono conto neanche dei reali volumi di acqua prelevati e che non sono sufficienti neppure a coprire le spese contenute per lo smaltimento delle numerose bottiglie di plastica derivanti dal consumo di acque minerali che sfuggono alle raccolte differenziate. Anche aumentando in tutta Italia la tariffa a 2,5 € per m3, le aziende pagherebbero solo 31 milioni a fronte di un giro di affari di 2,25 miliardi di euro. Il risultato è che l’acqua paradossalmente incide solo in minima parte sul costo alla vendita, meno del 10%, come dimostrano anche le stime dell’Eurispes. Secondo l’istituto il costo finale della bottiglia di acqua minerale è così ripartito: il 60% è relativo all’imballaggio, il 15% al trasporto, il 15% al costo del lavoro e il 10% alla pubblicità e gli altri oneri.




Quindi oltre il 90% il prezzo finale della bottiglia e ciò indica che quando andiamo a comprare l\'acqua minerale per assurdo non paghiamo tanto l\'acqua quanto tutto ciò che le sta attorno. Sempre secondo Legambiente e Altreconomia infine, all’interno del lavoro di revisione dei canoni di concessione per l’imbottigliamento dell’acqua andrebbero rivisti anche gli importi, commisurandoli all’elevato valore della risorsa idrica e all’impatto che causano le attività di imbottigliamento, trasporto dell’acqua minerale e smaltimento della plastica successiva al consumo, prevedendo anche una forma di compensazione ambientale, vincolando parte degli introiti ricavati dai canoni stessi.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 21-03-2009 alle 15:27 sul giornale del 21 marzo 2009 - 707 letture

In questo articolo si parla di attualità, legambiente





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