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Acli marchigiane: in risposta alla crisi, misure concrete e reti di solidarietà

acli| 2' di lettura 04/03/2009 - Il Consiglio regionale delle Acli lancia l’allarme sugli effetti della gravissima recessione prodotta dalla crisi finanziaria internazionale.

Nella nostra regione, come ha riconosciuto di recente anche il presidente Spacca, non solo stanno crescendo cassa integrazione e disoccupazione ma si sta ormai determinando una generalizzata caduta dei redditi, che oltre a produrre il crescente impoverimento di tante famiglie, avrà effetti a catena sui consumi e quindi sull’economia reale e sulle condizioni di vita di molti cittadini. Gli interventi previsti dal Governo sono inadeguati e insufficienti a far fronte alla crisi: come hanno dimostrato i dati resi noti dal Caf Acli, i bonus famiglia hanno favorito singoli ultrassessantacinquenni e coppie senza figli, penalizzando invece le famiglie con più figli. Alle limitate risorse messe in campo dallo Stato, si stanno affiancando quelle stanziate dalle regioni (anche dalla Regione Marche), ma senza misure più consistenti e più mirate non si riuscirà a bloccare il processo di impoverimento oggi in atto.


Di fronte a questa situazione, sulla scia dell’iniziativa del cardinal Tettamanzi a Milano, varie diocesi della nostra regione, aderendo all’invito della Conferenza Episcopale Marchigiana si stanno adoperando per dar vita a un fondo straordinario di solidarietà in modo da venire incontro alle famiglie in difficoltà ed ai più poveri. Le Acli marchigiane, oltre collaborare con le Caritas diocesane ed a sostenere tutte le iniziative di solidarietà messe in campo dalle diocesi della nostra regione, hanno mobilitato i propri servizi (Caf e Patronato, in primo luogo) per aiutare anche in questo modo i molti cittadini poveri che non sanno neppure di avere diritto alle misure di sostegno. Basti pensare che finora ha presentato domanda appena la metà degli aventi diritto.


Mentre sollecitano le istituzioni locali e nazionali a intervenire con misure economiche più consistenti e durevoli, capaci di sostenere stabilmente le categorie sociali più a rischio (in particolare famiglie povere, disoccupati e giovani senza lavoro, anziani soli, donne e immigrati), le Acli marchigiane invitano il sindacato e tutto il mondo dell’associazionismo (ecclesiale e non) e del volontariato a costituire reti di solidarietà nel territorio per aiutare in modo più adeguato chi è in difficoltà, ma anche per evitare che con il disagio economico crescano pericolosamente la paura, la sfiducia e l’intolleranza.






Questo è un articolo pubblicato il 04-03-2009 alle 17:04 sul giornale del 04 marzo 2009 - 774 letture

In questo articolo si parla di politica, acli, simone baroncia, acli marchigiane





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