Legambiente in Giappone contro il nucleare

Tre i temi al centro di questo terzo appuntamento in Giappone che segue quelli di Mosca nel 2006 e Bonn nel 2007: ambiente e cambiamenti climatici, povertà e sviluppo, pace e diritti umani. Tra gli obiettivi del forum anche quello di lanciare un appello ai leader degli 8 grandi del pianeta, affinché le rispettive nazioni, si assumano una particolare responsabilità di contribuire alla risoluzione delle questioni climatiche, della povertà e della diseguaglianza a livello mondiale. L\'appello sarà rivolto anche verso la ricerca di un indirizzo globale dei diritti umani e della pace.
Legambiente,
che fa parte della delegazione italiana, porta a Kyoto
l\'appello, rivolto anche in Italia a Comuni, Province e Regioni
in occasione del 22esimo anniversario di Chernobyl, per chiedere a
tutti i Paesi di fermare la proliferazione nucleare.
\"Cogliamo
l\'occasione di questa riunione tra i rappresentanti della societÃ
civile del mondo - ha spiegato Luigino Quarchioni, presidente di
Legambiente Marche - per chiedere a tutti un impegno forte contro
il nucleare.Questo nelle Marche si traduce con l\'applicazione del
PEAR, l\'unica vera strada percorribile, una scelta praticamente
obbligata. Nel nostro territorio si iniziano a muovere i primi passi
significativi nelle rinnovabili.
La strada da fare sul risparmio energetico e le rinnovabili appare
però ancora lunga, tortuosa e sempre più necessaria.
Ancor più in una regione che si è dotata di un Piano
Energetico Ambientale Regionale tra i più avanzati d\'Italia
(nei suoi 3 assi portanti: più risparmio ed efficienza
energetica, fonti rinnovabili-biomasse,biodiesel, solare ed eolico- e
generazione distribuitta) e per il quale chiediamo alle istituzioni
di uscire dalla \'fase-lumaca- e di agire in fretta. Il Pear- ha
concluso Quarchioni- rappresenta anche una grande opportunitÃ
economica e sociale per riorientare il nuovo modello di progresso
nelle Marche\".
La
storia del nucleare, sia civile che militare - ricorda Legambiente -
è costellata da una lunga lista di incidenti: tra i più
gravi quello di Sellafield in Inghilterra nel 1957, quello di Three
Mile Island nel 1979 negli USA, la catastrofe di Cernobyl nel 1986,
Tokaimura in Giappone nel 1999 e Mihama nel 2004, sempre in Giappone. Ai
costi elevatissimi e alla scarsa sicurezza del nucleare va aggiunto
il fatto che a oggi nessun Paese al mondo è riuscito a
risolvere il problema dello smaltimento definitivo delle scorie.
Esistono
circa 80 depositi \"provvisori\" nel mondo, ma non ancora un sito
di stoccaggio definitivo. L\'unico previsto fino ad oggi è
quello di Yucca Mountain in Nevada (USA) che, se tutto andrà a
buon fine, entrerà in funzione tra il 2010 e il 2015. C\'è
infine il decommissioning, ossia lo smantellamento delle centrali una
volta spente. Si tratta di un processo delicato e molto oneroso che
comporta rischi altissimi per la sicurezza data la radioattivitÃ
delle componenti del reattore e di cui non esiste un protocollo unico
a livello mondiale.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 24-04-2008 alle 01:01 sul giornale del 24 aprile 2008 - 776 letture
In questo articolo si parla di attualità, legambiente