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Senigallia: era scomparso, il suo corpo da un anno era abbandonato all'obitorio

3' di lettura 30/11/-0001 -
Il riconoscimento del cadavere ha fugato ogni dubbio. E' di Massimo Mandolini il corpo senza vita che da un anno si trova all'obitorio del policlinici Federico II di Napoli.

di Giulia Mancinelli
penelope@viveresenigallia.it


Ieri mattina Rina Bonazzelli, madre del 34enne scomparso il 2 febbraio 2007, insieme al figlio Giancarlo si è recata a Napoli, accompagnata anche dal dirigente dei servizi alla persona del comune di Senigallia Maurizio Mandolini, per effettuare il riconoscimento della salma dopo che venerdì sera la Procura partenopea aveva inviato un'informativa ai Carabinieri di Senigallia.

Un viaggio di angoscia e di vana speranza quello dei familiari di Massimo, terminato con una verità che per mesi la signora Rina ha scongurato non le venisse mai rivelata. Suo figlio, arrivato poco prima della sua scomparsa a Napoli per frequentare un corso di nautica, non era “semplicemente” scomparso nel nulla. Massimo era deceduto praticamente il giorno stesso della denuncia della sua scomparsa data proprio dalla madre il 2 febbraio.

Secondo quanto riferito dalla procura di Napoli, il corpo senza vita di Massimo Mandolini è stato trovato su un autobus urbano, a fine corsa, in piazza Garibaldi. Una morte provocata da un “arresto cardiocircolatorio” dovuto forse (secondo le cronache partenopee divulgate un anno fa) ad un fatale mix di alcol e droga. Da allora la salma è sempre rimasta all'obitorio del policlinico di Napoli, senza che chi inquirenti riuscissero ad “incrociare” le notizie della scomparsa di Massimo con quel corpo senza identità. Questo nonostante Massimo avesse diversi tatuaggi che avrebbero potuto renderlo riconoscibile. E proprio uno di questi, dato l'avanzato stato di deterioramento del cadavere, è servito alla signora Rina per fugare ogni dubbio. Il primo riconoscimento, quello fotografico, è avvenuto ieri mattina in procura, a Napoli mentre il confronto obbligatorio all'obitorio è stato sostenuto dal fratello di Massimo.

“Sono ore di grande dolore per la signora Rina, che è sotto shock -riferisce il dirigente Maurizio Mandolini- ci sono molte questioni che devono essere chiarite, anche da parte della Procura. Su Massimo esistono due fascicoli, uno relativo alle indagini effettuate dopo la scomparsa, e uno relativo al cadavere che è stato per tutto questo tempo in obitorio, ed entrambi sono stati ora richiesti dai familiari. Ovviamente ci vorrà del tempo, ma questo è un primo passo per decidere il da farsi futuro”.

Una mancanza di coordinamento nelle indagini, rafforzata dal fatto che dalla denuncia del febbraio scorso il fascicolo è arrivato al giudice solo a giugno, ammessa in parte anche dalla procura di Napoli. “La famiglia -aggiunge l'avvocato della signora Rina Corrado Canafoglia- deve acquisire ancora molte informazioni prima di decidere quale atteggiamento adottare”.

Mentre ieri in serata i familiari di Massimo hanno fatto rientro a casa, stamattina il medico legate dovrà firmare il nulla osta per il trasferimento della salma a Senigallia. Cosa che potrebbe già avvenire domani stesso.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 22 gennaio 2008 - 1472 letture

In questo articolo si parla di redazione

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