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Ancona: l'università avanza nelle ricerche sui fondali marini

2' di lettura 30/11/-0001 -
Per la prima volta abbiamo dimostrato che l’ecosistema del mare profondo è strettamente dipendente dalle specie che abitano sul fondo”.

da Università Politecnica delle Marche


Così si è espresso il professore Roberto Danovaro, direttore del Dipartimento di Scienze del Mare dell’Università Politecnica delle Marche, alla guida dell’équipe di ricercatori che, con i colleghi dell’Università di Ghent (Belgio) e del National Oceanography Centre di Southampton (GB), hanno esaminato la biodiversità dei nematodi e di molti altri indicatori indipendenti del funzionamento e dell’efficienza dell’ecosistema in 116 siti marini molto profondi. A loro si deve l’articolo uscito oggi su “Current Biology” (una delle più accreditate pubblicazioni in materia di Biologia) che illustra al mondo intero i risultati delle ricerche.

“Ciò prova – continua Danovaro - che occorre preservare la biodiversità e specialmente quella dell'ecosistema bentonico; in caso contrario le conseguenze sarebbero senza precedenti. Dobbiamo imparare a preoccuparci di specie che sono lontane da noi e sono sostanzialmente invisibili” Per dominio “bentonico” si intende il sistema di vita che si estende dalla costa fino alle maggiori profondità, popolato da organismi che vivono a stretto contatto con il substrato, sul quale possono essere fissati, o che possono muoversi in vari modi. Il depauperamento delle specie che vivono nelle profondità marine pone dunque una severa minaccia al futuro degli oceani. Il gruppo di lavoro, di cui si pubblicano ora i risultati, ha studiato l’incidenza dei nematodi, che sono gli animali più abbondanti sulla Terra e rendono conto di più del 90 per cento di tutte le forme di vita che vivono sul fondo dell’oceano.

Precedenti studi hanno anche suggerito che tali organismi rappresentano dei buoni indicatori della diversità delle specie che vivono nelle profondità. Secondo l’analisi dei dati raccolti, una maggiore diversità di nematodi è in grado di supportare tassi esponenzialmente più alti dei processi che avvengono negli ecosistemi, garantendo anche l’efficienza con cui tali processi si svolgono. Il funzionamento dell’ecosistema bentonico implica diversi processi, che consistono nella produzione, nel consumo e nel trasferimento di materia organica verso livelli più elevati della catena alimentare, nella decomposizione della materia organica e infine nella rigenerazione dei nutrienti.

Poiché l’efficienza riflette l’abilità di un ecosistema di sfruttare l’energia disponibile in forma di fonti alimentari, i risultati indicano che una maggiore biodiversità può aumentare la capacità dei sistemi bentonici di svolgere i processi biologici e bio-geo-chimici cruciali per il suo funzionamento.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 09 gennaio 2008 - 1505 letture

In questo articolo si parla di natura, università politecnica delle marche

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