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Presentato il Progetto Immensity per favorire l’imprenditorialità degli immigrat

4' di lettura 30/11/-0001 -
Sono 11. 536 gli imprenditori stranieri nelle Marche di cui 9.048 extracomunitari e 2371 donne. Per lo più attivi nei settori delle costruzioni (7,7%,) commercio (5,4% ), trasporti (4,4%) e ristorazione (4,2%) .

dalla Regione Marche
www.regione.marche.it


Sono giovani, scolarizzati e provengono da oltre 138 nazionalità. Numeri destinati a crescere se si pensa all’aumento considerevole del flusso di immigrazione che ha interessato la nostra regione negli ultimi cinque anni: quasi raddoppiato, dai 45.668 del 2001 agli 81.890 del 2005, in maggioranza albanesi ( 15.316 unità), marocchini, greci, con una quota sestuplicata per ucraini, rumeni e cinesi.

Ma quella di diventare imprenditori potrà essere una scelta consapevole da parte degli immigrati favorita anche da uno specifico progetto comunitario Interreg IIIB– Cadses. Si tratta di IMMENSITY che intende sostenere l’imprenditoria degli immigrati come supporto alla coesione socio-economica e il miglioramento delle condizioni di vita. Il progetto è stato presentato oggi nel corso del meeting internazionale tra i Paesi partner, ( Macedonia centrale, capofila del progetto, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Germania, Albania) promosso dall’assessorato regionale alla Formazione-Lavoro.

La Regione Marche, forte della buona capacità di inserire nel suo tessuto sociale gli immigrati – ha evidenziato l’assessore regionale al Lavoro-Formazione, Ugo Ascoli- sta lavorando intensamente e su larga scala, a livello intersettoriale, tra sanità e sociale, formazione e cultura, istruzione e artigianato, con azioni generali e strategiche rivolte alla cooperazione e collaborazione con i paesi europei ed extra europei, per favorire i processi di allargamento dell’Unione Europea e sostenere l’integrazione, un fattore fondamentale per sviluppare politiche di coesione. Questo progetto rappresenta concretamente un ambizioso passo avanti proprio per la costruzione di una nuova Europa.

Con questi stessi ideali di concretezza degli interventi - ha poi sostenuto l’assessore ai servizi sociali Marco Amagliani – la condivisione, la concertazione e l’integrazione sociale è stato elaborato il Piano regionale triennale dell’immigrazione che sarà presto portato all’approvazione. Un piano che tiene conto dei bisogni essenziali come il lavoro, la scuola, la casa, la sanità.”

IMMENSITY porterà nelle Marche 340 mila euro, quota tra le più alte nella generale dotazione di 1 milione e 850 mila euro che serviranno , tra l’altro per realizzare iniziative comuni non tanto finalizzate alla creazione di strutture nuove, quanto al potenziamento di quelle esistenti, come gli sportelli informativi, centri per l’impiego ecc. Tra gli altri ruoli della Regione Marche a nel progetto , anche il Piano della comunicazione che diffonderà i contenuti e i risultati. Mauro Terzoni dell’assessorato al Lavoro ha illustrato gli obiettivi del progetto che a lungo termine vuole promuovere il ritorno degli imprenditori immigrati nei paesi di origine per creare nuove imprese e stimolare accordi bilaterali e scambi economici con i paesi di destinazione.

Sono proprio gli immigrati – ha spiegato Giampietro Perri, consulente della Regione - che fanno pendere sul segno positivo il saldo demografico della nostra regione (+6% negli ultimi dieci anni) con 12.140 unità in più nel 2005, a fronte di 2.111 marchigiani in meno. Le Marche si distinguono nel panorama nazionale per l’alto numero di ricongiungimenti familiari (il rapporto uomini e donne è al 50%) e il tasso di occupazione è alto: l’87,9 % dei maschi immigrati ha un lavoro. E’ intervenuto anche l’on. Sandro Gozi, presidente del Comitato parlamentare per l’attuazione dell’accordo di Schengen, che ha parlato della modifica della legge sull’immigrazione e il diritto alla cittadinanza per gli stranieri: “doverosa e conveniente per tutti, per evitare allarme sociale, per dare pari opportunità; non si tratta di cieco buonismo ma di creare i presupposti di un sistema coeso e più sicuro, ma diritto di cittadinanza che dovrà passare attraverso un “contratto di integrazione” da accettare da parte dell’immigrato che avrà l’obbligo di imparare l’italiano.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 28 novembre 2006 - 1054 letture

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