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Civitanova Marche: ''Civitanova Danza'' ospita i Dervisci Roteanti Mevlevi

4' di lettura 30/11/-0001 -
Il festival internazionale Civitanova Danza - promosso da Comune di Civitanova Marche, Teatri di Civitanova, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Marche, Provincia di Macerata, Amat, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata e realizzato con il contributo di Banca di Credito Cooperativo di Civitanova Marche, Boccadigabbia, Cesare Paciotti, Eurosuole spa e della Manas spa Shoes made in Italy – si trasferisce martedì 1 agosto all’Anfiteatro Romano di Urbisaglia con il progetto Antiche Danze. Tra storia e rito nell’Anfiteatro Romano di Urbisaglia realizzato in collaborazione con il Comune di Urbisaglia.

da amat


Ad esibirsi in un luogo unico come l’Anfiteatro Romano saranno i Dervisci Roteanti Mevlevi del Tempio di Galata nelle Musiche e danze rituali sufi. Il fascino della storia dell’Anfiteatro farà da cornice ad una danza che vuole farsi strumento di comunicazione con il divino.

Le caratteristiche spirituali e meditative della danza dei Dervisci Roteanti della confraternita dei Mevlevi di Istanbul rendono ogni loro esibizione una cerimonia indimenticabile.

Accompagnati da musiche e canti, i dervisci ruotano vorticosamente su se stessi, vestiti con lunghi abiti bianchi che si discostano dal corpo man mano che i giri si fanno più veloci, in un turbine di tensione che li accompagna al raggiungimento dell’estasi.

Un rito che ci raggiunge superando millenni di storia, che raccoglie aspirazioni umane eterne ed immutabili, tanto da rivelarsi ancora oggi così vicino da scaldare il cuore.

La confraternita dei Mevlevi (i Derviches tourneurs dei viaggiatori occidentali) sviluppò dal secolo XII a Konya, una musica colta fondata sul sistema dei makam, modi analoghi ai maqam arabi, ai datsgah iraniani e ai raga indiani. La musica sufi della setta Mevlevi, per le sue caratteristiche spirituali e meditative, aiuta i credenti ad avvicinarsi a Dio.

Il rituale prevede una danza rotatoria dove la mano sinistra è abbassata verso la terra mentre la mano destra è girata verso il cielo. Il danzatore diviene così il medium tra la terra ed il cielo. La musica è dominata dal ‘nay’ (flauto verticale) che ha un ruolo mistico nella musica turca, i ‘küdum’ (piccoli timpani in cuoio ricoperti di pelle di capra) e gli ‘halile’ (piatti in rame).

Con tali strumenti si esegue la musica del rito mevlevi (ayîn), elemento principale del sema, concerto spirituale preconizzato dal fondatore della confraternita, Mevlänä Djelâleddin el Rûmi («il nostro maestro Djelâleddin del paese di Rum») e divenuto la base della musica colta turca.

Il nome Mevlevi deriva da quello di Mevlana, col il quale era conosciuto presso i Dervisci il grande poeta mistico del 13° sec., Celatettin Rûmi. Egli non diede origine alla danza religiosa presso i Sufi, poiché essa gli preesisteva, ma le diede enorme importanza. Così scriveva: "Molte strade portano a Dio. Io ho scelto quella della danza e della musica".

Il canto cerimoniale è basato soprattutto su poemi tratti dal Masnavi o da altri scritti di Rûmi. La trama contiene due concetti dervisci di base: il raggiungimento dell'estasi attraverso la danza e il ruolo potentissimo della danza nell'ottenimento di questo stato. Quando questo stato è raggiunto, la musica dei percussionisti, dei cantanti e dei musicisti si ferma ma i dervisci, nel loro stato di estasi, continuano a roteare nel silenzio. (Si dice che quando un derviscio raggiunge l'estasi, può accadere che i suoi piedi non tocchino terra). La voce di un flauto solitario li riporta lentamente alla realtà.

Queste danze, secondo i Dervisci Roteanti, sono il loro modo per allontanare la mente da ogni contatto con le cose terrene e per far si che le loro anime si allontanino dai corpi così da potersi riunire a Dio. In Turchia la tradizione dei Dervisci (una parola persiana che significa "monaco implorante") Sufi rappresenta un alto sviluppo della particolare arte di comunicare con il divino attraverso la danza.

L'educazione di un derviscio è particolarmente ardua e consiste in milleuno giorni di penitenza e prevede il digiuno e la meditazione. Per apprendere la loro danza, i Dervisci bloccano due dita del piede al pavimento; in questo modo essi imparano a mantenere regolare e disciplinata la loro rotazione. Mentre rotea il Derviscio appoggia il suo peso sul piede sinistro. Per evitare il capogiro, il derviscio tiene la testa leggermente inclinata verso destra e gli occhi fissi sul palmo della mano sinistra.

Il maestro di cerimonia è Hasan Cikar; le musiche e i canti eseguiti da Mete Edman, N. Hakan Ayik, Veli Vural, Yesim Çaglayan, Gül Ayhan, Ercan Yalazan, Kaan Sezerler, Emre Isik, Erdem Özkivanç, Özgür Ayhan, Sunay Kolcu, Cezmi Isik; i dervisci roteanti sono Salih Okten, Murat Yildiz, Tolga Gogus, Cem Oztasa, Sevtap Demirtas, Tuesday Frint, Deniz Evren, A. Digdem Edman, Ekrem Kolcu, Efsun Atay, Ayhan Akcan.

Biglietti (posto unico 15,00 euro, ridotto 10,00 euro):
Teatro Rossini 0733 812936,
Amat 071 2072439,
Proloco di Urbisaglia 0733 506566,
   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 29 luglio 2006 - 1566 letture

In questo articolo si parla di spettacolo, danza, civitanova marche

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