counter

Senigallia: spiaggia, dune, fratini

3' di lettura 30/11/-0001 -
La nidificazione di una specie dal nome singolare, Fratino, non è un evento naturalistico eccezionale, anche se nelle Marche l’unica nidificazione accertata e pubblicata risale a circa 10 anni fa, nei pressi della foce del fiume Metauro.

da Mauro Furlani
Coordinamento Regionale Pro Natura Marche
www.pro-natura.it


Pur non essendo una nidificazione straordinaria, quando ci siamo accorti di ciò l’abbiamo considerata con grande intereresse e con un pizzico di stupore al pensiero che la spiaggia di velluto oltre ad ospitare turisti ospitava anche questi piccoli e simpatici uccellini. I fratini assomigliano sia nella struttura che nel comportamento ad un’altra specie: il Corriere piccolo; come questi si muovono rapidamente sul terreno fermandosi bruscamente e riprendendo altrettanto bruscamente a correre. Anche i pulcini hanno lo stesso comportamento degli adulti: brevi corse, rapidi stop e di nuovo brevi e rapide corse. Al minimo segnale di pericolo trovano un rifugio sicuro tra la bassa vegetazione della spiaggia oppure confidano sul loro spiccato mimetismo. Era certamente una situazione singolare osservare questi piccoli pulcini muoversi tra i turisti intenti a prendere il sole. Questa nidificazione ci ha indotti a chiedere all’Amministrazione Comunale un dilazionamento dell’estirpazione delle piante alofile per la consueta “ripulitura” della spiaggia, quanto meno nei pochi metri attorno al fossato che i fratini frequentavano e tra la cui vegetazione si nascondevano durante le ore centrali della giornata. Certi che lasciare pochi metri attorno ad un fossato non avrebbe comportato alcuna limitazione al turismo, fummo in questo rassicurati sia dagli organi politici che da quelli tecnici.

Quando pochi giorni fa siamo ritornati ad osservare a che punto era la nidificazione abbiamo notato, non solo che le ruspe avevano operato in più punti della spiaggia, ma addirittura erano intervenuti più pesantemente proprio nel tratto di spiaggia e nel fossato che avevamo chiesto di risparmiare. Tutto intorno al fossato non era stato risparmiato neppure un filo d’erba; distrutte le probabili ovature di Rospo smeraldino che fino a poco prima si sentiva cantare e, nella migliore delle ipotesi, i fratini con i loro pulcini costretti ad allontanarsi dalla zona. Ciò che non riusciamo a comprendere è se dietro le ruspe che rimuovono sabbia, spianano lembi di dune che ogni anno tenacemente si riformano, ratificano il corso dei fossetti di scolo, vi sia una progettualità, una visione complessiva, una qualche valutazione estetica; nella gestione della spiaggia non vogliamo neppure azzardare che concorra una visione naturalistica. Sembrerebbe proprio che ciascuno, dotato di una concessione demaniale, sia completamente libero di intervenire sul proprio tratto di spiaggia nella più ampia libertà, senza alcun piano comune se non quello di estirpare anche il minimo elemento di naturalità che possa timidamente affacciarsi.

Vorrei porre una domanda a conclusione: ma siamo proprio sicuri che coloro i quali frequentano la spiaggia, almeno in alcuni punti, non gradirebbero qualche trattore in meno, qualche duna in più e qualche animaletto che si aggiri furtivamente tra di loro?


Il fosso prima


Il fosso dopo






Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 30 giugno 2006 - 2029 letture

In questo articolo si parla di ambiente, fano





logoEV
logoEV