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Disinnescare lo scontro di civiltà

4' di lettura 30/11/-0001 -
Papa Ratzinger ha parlato con lodevole chiarezza ed incisività: “Non si possono che deplorare le azioni di coloro che si approfittano deliberatamente dell’offesa causata ai sentimenti religiosi per fomentare degli atti violenti, anche perché prodotti per fini che sono estranei alla religione”.

da Gianfederico Tinti


Nel polverone di eventi, commenti, accuse, manipolazioni a fini di parte, elettorali, di un dramma che dura da molto tempo e che ogni giorno riserva sgradevoli sorprese, Benedetto XVI sottolinea gli elementi centrali della questione:

a) è necessario un grande rispetto delle diverse sensibilità, mentalità, dei sentimenti religiosi altrui, che si sono sviluppati nel corso della storia. Questo rispetto riguarda ogni fede, perché la religione offre le risposte, condivisibili o meno, ai problemi del significato ultimo dell’esistenza. Nella nostra cultura occidentale abbiamo sviluppato una criticità che spesso sfiora l’irrisione, uno spirito caustico che colpisce personaggi, simboli, valori spesso in modo rozzo e offensivo. Quante vignette blasfeme sul crocefisso, sul papa, sulla Chiesa, per non parlare di articoli, saggi, film che mettono in cattiva luce la nostra storia… Non è in discussione il diritto di critica, d’analisi, di manifestare concezioni diverse, ma è sotto gli occhi di tutti che spesso si sono superati i limiti del buon gusto e del rispetto dovuto a chi condivide il credo cristiano. La critica ai personaggi–asse della storia e della cultura, poiché tocca i valori fondanti dell’identità personale, dei popoli e delle civiltà, deve essere rispettosa, equilibrata. Questo vale per la nostra fede e quindi, ovviamente la fede altrui.

b) La reazione nei paesi islamici è stata organizzata da gruppi fondamentalisti, pianificata, messa in atto con una strategia che ha visto il coinvolgimento dei governi di Paesi come la Siria, mediante l’azione di alcuni imam estremisti europei, con il duplice fine di destabilizzare governi invisi e di colpire l’Occidente, di esercitare una grave pressione sullo stile di vita e perfino sulla legislazione delle nazioni europee.
La questione delle “vignette sataniche” è solo un pretesto, altri se ne potevano trovare e purtroppo se ne troveranno in futuro, per cercare di imporre una doppia misura di valutazione riguardante comportamenti permessi o censurabili a seconda che siano rivolti verso l’Occidente o verso l’Islam. L’appello, pubblicato su l’Unità da Sofri e Staino, a pubblicare su tutti i giornali almeno una di quelle vignette “per dimostrare ai seguaci dell’oscurantismo più reazionario che non siamo disposti a cedere le nostre convinzioni democratiche di fronte a nessuna minaccia” segnala la necessità di salvaguardare la libertà di stampa da ogni indebita pressione. Un valore irrinunciabile, da coniugare però con il rispetto dovuto alle persone e alle loro convinzioni più profonde.

c) La violenza ignobile, fomentata contro ambasciate, chiese, persone cristiane non ha alcun’attenuante. Occorre affermare che offrire una qualsivoglia giustificazione al turpe spettacolo di gruppi di scalmanati che devastano ambasciate, incendiano chiese e assassinano sacerdoti e fedeli cristiani è semplicemente indegno. C’è da ricordare a certi intellettuali miopi e immemori che da decenni i cattolici sono perseguitati, torturati e uccisi nei Paesi islamici – seimila negli ultimi cinque anni!- solo per il fatto di esistere, di professare una fede diversa, di costituire un segno d’amore e bontà.

d) Infine, il Papa chiede con fermezza che ai cristiani siano riconosciuti i medesimi diritti garantiti ai musulmani in Occidente, perché “la sola via che conduce alla pace è quella del rispetto delle convinzione e delle pratiche religiose altrui” secondo il principio di reciprocità.

Parole molto chiare rivolte al nuovo ambasciatore del Marocco Alì Achour e insieme a tutto il mondo, ai capi politici e religiosi d’ogni nazionalità. Poniamo questa sintesi del discorso del pontefice come premessa alle considerazioni sul rapporto islamo-cristiano, nodo cruciale del nostro tempo, la cui soluzione si riverbererà sul futuro dell’Europa e dell’umanità.

Disinnescare lo scontro di civiltà, questo è il nostro intento, ma per agire nella direzione giusta occorre sviluppare un discorso articolato, fondato e anche intellettualmente coraggioso, critico e autocritico.
Le nostre riflessioni svolgeranno un singolo tema alla volta, per offrire agli amici della città spunti di riflessione culturale e sollecitare un dibattito in grado di toccare le diverse sfaccettature del problema, superando gli stereotipi ideologici purtroppo molto diffusi.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 27 febbraio 2006 - 1170 letture

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